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Recensioni

Storia della criminalità romana

di 26 Gennaio 2022Marzo 4th, 2022No Comments

«L’Assedio». Il titolo di questo libro illustra immediatamente la drammatica rilevanza dell’argomento: rilevanza per la nostra società, la nostra convivenza e per la nostra visione politica. L’autore è Enzo Ciconte, professore di Storia delle mafie italiane all’Università di Pavia, profondo conoscitore di crimine organizzato, già membro della Commissione parlamentare antimafia, il quale, nella prefazione, avverte: «Nel fondo oscuro della capitale esistono varie tipologie di delinquenza perché Roma, in fondo, è composta di molte città».

Queste diverse città sono presentate in otto capitoli attraversodescrizioni e parole di scrittori, briganti, nobili romani, studiosi, politici, giornalisti, storici, giudici. Testimonianze dirette riprese da libri, articoli, sentenze, documenti d’archivio che hanno illustrato, o per lo meno cercato di spiegare la situazione che si presentava di volta in volta.

C’era bisogno di questo? Sì, perché chi pensa che basti ricordare Flaiano o Belli o guardare un film sulla banda della Magliana per poter dire di capire le matrici di criminalità, corruzione e malgoverno che, da Porta Pia hanno portato a Mafia Capitale, forse non ha inteso quanto in profondità siano da cercare i mali originari.

Ciconte, lì ci è arrivato attraverso decenni di studio e una notevole capacità di collegare le cose. Tre cose, su tutte, sembrano prevalere nelle dinamiche di questo assedio romano. Primo, la presenza storica di una Chiesa istituzionale che, all’inizio del libro, ha ancora un Papa Re e che terrà con lo Stato italiano rapporti tesi fino almeno al fascismo e ai Patti Lateranensi del 1929.

Secondo, la debolezza e l’essenza distorta o flessibile di un apparato giudiziario composto da questori, procuratori, giudici, che indipendentemente dal periodo storico, sembrano avere inquietanti e ricorrenti punti deboli: il legame con il potere politico di turno, l’influenza di poteri corrotti, la volontà di non considerare la criminalità come un sistema. Terzo, il ruolo importantissimo che geografia e morfologia urbana hanno avuto nella creazione e continuazione di fratture sociali, economiche e culturali che hanno dato nutrimento a un centro di potere limitato a pochi. Gli sventramenti della fine dell’Ottocento, l’espulsione di interi quartieri dal centro alle baraccopoli negli anni del fascismo, la cementificazione che segue il boom economico e crea quartieri intesi unicamente come bacini elettorali.

La vicenda di Mafia Capitale giunge alla fine di un viaggio che, se conosciuto, non sorprende. La memoria dello scandalo giudiziario della Banca Romana datato 1894 è un preludio alla sentenza della Corte di Cassazione del 2019 che nega l’esistenza di un’associazione mafiosa a Roma. I dubbi si ripetono, le retoriche avvocatesche anche. «Ma se non è mafia, allora cos’è stata?», si chiede Ciconte.

E. Ciconte, L’Assedio. Storia della criminalità a Roma da Porta Pia a Mafia capitale, Carocci, Roma 2021, pp. 295, 19.

© Sintesi Dialettica – riproduzione riservata

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