Skip to main content
Recensioni

Pericolo Trump

di 12 Aprile 2022Maggio 30th, 2022No Comments

Ultimo capitolo della trilogia dedicata alla presidenza di Donald Trump, «Pericolo» di Bob Woodward e Robert Costa affronta gli anni 2020 e 2021 analizzando i notevoli rischi che si corsero: più di quanti in genere si pensi, in particolare nel passaggio da Trump a Biden.

Centinaia di ore di interviste e testimonianze – secondo la regola giornalistica del “deep background” – hanno consentito questa inchiesta dettagliatissima nella quale si susseguono continui dialoghi tra protagonisti di vicende che non hanno niente da invidiare ai romanzi di Tom Clancy o Michael Dobbs. Soltanto, qui è tutto vero: la campagna elettorale di Biden in presenza di una gestione della pandemia perennemente minimizzata dalla Casa Bianca, con un presidente uscente incapace di accettare la sconfitta elettorale, supportato da una corte di collaboratori ultraconservatori. Una transizione che è stata vuoto di potere, blackout nella catena di comando, paura autentica di Mark Milley e degli altri generali alle prese con una situazione di straordinario rischio internazionale, soprattutto nei confronti della Cina. Quando poi fu chiara la sconfitta elettorale, ecco il via libera alle proteste complottiste di Trump e dei suoi fedelissimi come Sidney Powell, peraltro già preordinate prima delle elezioni; come l’idea che le macchine per la conta dei voti fossero «strumenti di una cospirazione comunista globale»; oppure la presenza delle fantomatiche «liste alternative», il tentativo estremo di convincere i senatori di non certificare il risultato elettorale.

Durante questo caos incentivato da un’aggressiva offensiva legale, accanimenti di ogni tipo su giudici e funzionari, viene trattata la crisi di coscienza del vicepresidente Mike Pence, pressato in tutti i modi affinché, al momento della conta formale dei voti dei grandi elettori, invalidasse le elezioni. Tutto questo, e altro, fino all’attacco a Capitol Hill che, a questo punto, si capisce bene non essere stato soltanto opera di una folla di supporter cospirazionisti, ma frutto di un disegno sovversivo; e che, non a caso, ha avuto tra i principali obiettivi proprio il vicepresidente Pence che in quelle ore si era sottratto ai desiderata del suo capo.

Trump, sollecitato dalla figlia Ivanka, intervenne con un tweet rivolgendosi a coloro che si trovavano a Capitol Hill chiedendo loro un atteggiamento pacifico, senza però invitarli a ritirarsi.

É vero che poi Trump ha ceduto e ha lasciato la Casa Bianca ma, considerati il controverso esordio di Biden con la questione Afghanistan e presunti alleati come il “democratico conservatore” senatore Joe Manchin, subito spina nel fianco della nuova presidenza, Woodward-Costa mettono seriamente in conto un ritorno di Trump candidato alle presidenziali 2024. L’interrogativo è quale Trump gli Stati Uniti si troveranno di fronte: se lo stesso infantile e arrogante, oppure uno nuovo, finalmente convinto ad atteggiamenti più ragionevoli da uno staff speranzoso di rivincita.

Di sicuro, al momento la speranza di una maggiore moderazione da parte di Trump, che ha continuato a giustificare il comportamento dei “ribelli” del 6 gennaio – «Erano persone pacifiche, persone fantastiche […] l’amore, l’amore che si respirava, non ho mai sentito niente di simile» – è andata in fumo.

Interrogativi più che legittimi, al punto che Woodward-Costa, parafrasando il generale Milley sui corsi e ricorsi della storia, scrivono a chiusura del libro: «E se il 6 gennaio fosse stata una prova generale?».

B. Woodward; R. Costa, Pericolo, Solferino, Milano 2021, pp. 512, € 22,00.

© Sintesi Dialettica – riproduzione riservata

Send this to a friend