Egoismo e altruismo esprimono significati diametralmente opposti, eppure entrambi riconducibili al rapporto con l’altro. Dal latino ĕgo «io», l’uomo egoista è considerato tale, quando si preoccupa unicamente di se stesso; al contrario, altruista, come definisce il filosofo Auguste Comte nel 1830, è colui che ricerca, come fine del proprio operare, il bene altrui.
Oscar Wilde allarga il senso di entrambi i concetti, riconducendoli, in un certo senso, al concetto di libertà. L’egoismo nella sua accezione più negativa si trasforma in una limitazione della libertà dell’altro: io sono realmente egoista se privo l’altro della possibilità di vivere come crede; al contrario sono realmente altruista dando all’altro la possibilità di vivere, rispettando la sua libertà.
L’altruismo si trasforma così in una profonda forma di rispetto dell’altro che esula dalla superficialità o dall’assenza di attenzione o sensibilità nei riguardi dell’altro. Al contrario, esso rappresenta, oggi, la più alta forma di pienezza dell’alterità riconosciuta. Cosa ne pensate di questo pensiero di Wilde? Ricordo che è tratto da: «The Soul of Man & Prison Writings».
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