I grandi itinerari culturali sono nuovi tipi di bene culturale. Le grandi vie di comunicazione vengono utilizzate dall’Unione Europea come strumento e viatico antropologico. Tra queste le vie del pellegrinaggio sono paradigmatiche per una rivisitazione del messaggio europeo di cultura, di turismo e di scambio, e sottendono forse una rilettura dell’identità tradizionale del pellegrino.
Il network system che costituiva le vie di pellegrinaggio alla tomba dell’apostolo Pietro comprendeva tre grandi arterie, le peregrinationes maiores.
Una di queste è la Via Francigena denominata anche Via Francesca o Romea, oppureFranchigena – perché proveniente dalla terra dei Franchi passando per il Monginevro – che costituisce il percorso di un pellegrinaggio da Canterbury a Roma. Per molti pellegrini il viaggio terminava lì, altri invece proseguivano verso sud lungo le vie consolari romane e a Brindisi si imbarcavano alla volta della Terra Santa, seconda meta delle grandi vie di pellegrinaggio.
Altri pellegrini ancora, una volta giunti nel Nord Italia, percorrevano invece un itinerario ad ovest attraverso la Francia e la Spagna per arrivare a Santiago di Compostela in Galizia.
La Via Francigena come noi la conosciamo resta l’itinerario più noto poiché rimanda alla relazione di viaggio di cui serbiamo le tracce. Lo story board risalente al 990 appartiene all’arcivescovo Sigerico e descrive le 79 tappe del suo viaggio di ritorno verso Canterbury da Roma dove ricevette l’investitura del Pallio da Papa Giovanni XV.
Le sue informazioni sono molto precise e insieme a quelle contenute nella cronaca di Nikolas da Munkathvera sono servite a stabilire il tracciato originario che fece parte di quel “sistema di rete” della spiritualità, degli emblemi, delle culture e dei linguaggi dell’occidente cristiano.
Quando nel 1994 il Consiglio d’Europa ha inserito il tema degli Itinerari Culturali nel suo programma ha inteso rispondere a un bisogno reale che i cittadini europei avvertono, quello di conoscere concretamente i percorsi che li mettono in comunicazione, ora come in passato. Questa rinascita degli itinerari riscopre un numero considerevole di avvenimenti storici importanti per la storia europea e favorisce inoltre incontri, scambi culturali e confronti in una continua sfida.
Il Consiglio d’Europa ha dato merito all’Associazione Europea Vie Francigene (1) di aver coniugato l’etica del cammino insieme alla qualità dell’accoglienza e alla buona organizzazione, con il coinvolgimento di enti pubblici e privati, associazioni laiche e religiose, premiando queste azioni di dialogo su più livelli con l’atto di riconoscimento ufficiale approvato nel gennaio 2007, secondo il quale l’Associazione Europea Vie Francigene diventa responsabile di fronte al Consiglio d’Europa e all’Istituto Europeo degli Itinerari Culturali. L’Associazione ha ottenuto l’abilitazione a rete portante ed è diventata così soggetto istituzionale leader nello sviluppo delle Vie Francigene e modello di riferimento per gli itinerari culturali europei (2), al pari del Cammino di Santiago, primo esempio promosso dal programma degli Itinerari Europei nel 1987.
Il messaggio fortemente europeo si coglie nell’acquisizione a dignità sovranazionale attribuita al patrimonio culturale. L’itinerario culturale è stato infatti individuato come nuova tipologia di bene culturale. L’itinerario coniuga la conservazione, attuando in concreto progetti di salvaguardia e gestione del bene culturale individuato seguendo le antiche tracce e attua, al contempo, l’avvio di nuovi percorsi o di nuovi temi che seguano filoni di intervento connessi, benché alcuni all’apparenza dissacranti, allargando gli spazi di interesse in una più vasta articolazione culturale e antropologica. All’itinerario è sempre messa in relazione l’idea di movimento, che quando non sia di spostamento fisico è comunque da associare a spostamento di conoscenze e trasmigrazione delle idee, ambasciatore della proposta europeista più attuale.
“Il compito dell’Europa sta nello spirito e nell’intelletto” (3). Se prendiamo le mosse da questa intuizione di George Steiner, comprendiamo l’importanza dell’operazione culturale che sta alla base della Via Francigena e più in generale ai Grandi itinerari culturali d’Europa.
Una delle componenti che assurge al genio europeista e che lo spinge ad essere il portato maggiore della sua eredità è ciò che Blake (4) avrebbe denominato “la sacralità del particolare”, da cui discende peraltro il pensiero di Gadamer (5) sull’importanza del lascito identitario costruito sulle peculiarità delle differenze e delle alterità con cui l’Europa si è sempre confrontata e che costituisce la sua vera forza.
Del resto anche Joseph Raztinger, nella sua lectio magistralis del 13 maggio del 2004 affermò: “L’Europa solo in maniera secondaria è un concetto geografico; l’Europa non è un continente nettamente afferrabile in termini geografici, ma è invece un concetto culturale e storico” (6).
Più vie come il Camino di Santiago, la via Carolingia, la via Francigena transalpina o via di Sigerico, il Cammino dell’Angelo (la Francigena del Sud – da Roma fino a San Michele nel Gargano) e poi la via di San Giorgio in Sardegna, oppure la Rotta dei fenici e la strada che da Roma porta verso Aleppo che rappresenta la via Francigena nel collegamento fino a Gerusalemme, riuniscono le oscillazioni dell’uomo contemporaneo il movimento e la lentezza, la cultura e il disimpegno, ecc.
I percorsi già tracciati attireranno nuovi flussi turistici in un cammino alla ricerca di ricchezza e autenticità, forma e sostanza, corpo e spiritualità, secondo l’urgenza ormai indifferibile del nuovo moderno pellegrino. Questa è in sintesi la visione dei cammini compiuti dai pellegrini che oggi sono il grand tour culturale europeo frutto di quel patrimonio di esperienza, di tradizione e di ricerca spirituale tracciate nel corso dei secoli.
Che cosa cerca oggi il pellegrino, o meglio che cosa cerca il moderno pellegrino?
La via Francigena testimonia il grande passaggio di viatores, ma anche di tradizioni, di scambi, di informazioni, un transito di ricerca dello spirito e insieme di scambi di informazioni e di insediamenti. Ma perché il pellegrino andava a Roma?
Per compiere un gesto significativo, per attraversare terre ed esperienze, per realizzare un percorso del corpo e dell’anima. Esso si compie oggi anche attraverso il percorso sostenibile, la disciplina del corpo e del silenzio, e si completa anche scambiando esperienze con gli altri pellegrini e con il territorio che si attraversa avanzando nel cammino. Lì si scoprono le mete intermedie, le tradizioni, i gusti e i sapori di quella pacatezza del vivere che significa assaporare la vita e le cose che la attraversano.
“L’aria, l’aria stessa a Gerusalemme è nutriente per le idee.[…] Altrove uno muore e si disintegra, qui chi muore si mescola” (7).
Gerusalemme crocevia delle tre religioni monoteistiche, luogo simbolo dell’incontro delle religioni, è naturale che diventi la meta ideale dell’itinerario del nuovo pellegrino, che cerca, fra le tante sintesi della sua modernità, anche quella forma di equilibro tra corpo e spirito che si identifica e supera la modern life di Baumann. Quella vita, insomma, dentro la quale ci muoviamo in relazioni liquide, le sole che ormai siamo capaci di instaurare, e che tuttavia vorremmo essere in grado di mantenere secondo altre condotte.
La stessa modalità liquida ci attira e angustia, e il nuovo pellegrino vaga alla perenne ricerca di quelle radici che la Francigena , i Cammini, gli antichi tracciati possono richiamare.
Allora il pellegrino è pilgrin e viandante ma anche wanderer nel senso di avventuriero dello spirito accomunato da una ricerca delle propria storia individuale e identitaria.
E nel percorso culturale si arriva al giungo del 2007 quando AEVF, Jobel Teatro di Roma e l’Ufficio nazionale Pastorale CEI hanno dato vita allo spettacolo itinerante “De strata peregrina”. Storie di pellegrini e di giullari. Nell’universo dominato da facebook, ci appaiono i due elementi nodali della comunicazione. Se da un lato vi sono i tracciati che consentono di transitare attraverso i luoghi, dall’altro recitano i giullari, antesignani dei comunicatori di oggi, che consentono di trasferire personaggi e situazioni capaci di raccontare un’epoca. In un tempo in cui prevale la cultura impersonale della massa, il giullare del carrozzone del Jobel Teatro, come il nuovo pellegrino, si mette nuovamente in viaggio, a contatto con la propria strada, di città in città raccontando storie e tradizioni di persone e personaggi che in quella stessa strada ricercavano Dio e se stessi. Il nuovo pellegrino si pone in ascolto, sospeso tra deadline, lavoro a scadenza, cultura della provvisorietà, precariato dei sentimenti, degli affetti e dei legami sociali. Di contro l’assunzione di responsabilità asseconda tracciati di sostenibilità e di lentezza, e si protende nel viaggio.
Ad oggi hanno avuto la menzione di Grandi Itinerari del Consiglio d’Europa:
Il Cammino di Santiago di Compostela
La Via Mozart
Il patrimonio Al Andalus
Il Cammino della lingua castigliana e sua espansione nel Mediterraneo: la Via Sefaratica
La Via Anseatica (Hansa)
Parchi, giardini e paesaggio
L’Itinerario dei Vichinghi e dei Normanni
La Via Francigena
L’Itinerario di San Martino di Tour
L’Itinerario del patrimonio Ebraico
L’influenza monastica, l’Itinerario Cluniacense
L’Itinerario dell’Albero di Olivo
La Via Regia
Sono, invece, Itinerari del Consiglio d’Europa:
Architettura senza frontiere, habitat rurale in Europa
L’Itinerario Schickardt
L’Itinerario Wenzel e Vauban, architettura militare in Europa
La strada del ferro attraverso i Pirenei, patrimonio industriale in Europa
La Steirische Eisenstrasse, Itinerario del Ferro nell’Europa centrale
La Via Carolingia
Don Quixote
La Via Transromanica, Itinerari di Arte Romanica in Europa
Il Cammino di San Michele
L’Itinerario del patrimonio delle migrazioni
La Rotta dei Fenici
Note
1) La Associazione Vie Francigene (AEVF) è stata fondata nel 2001. La sua sede europea è a Fidenza in provincia di Parma, su una delle tappe snodo del percorso di Sigerico. La sua ultima azione strategica di spicco è stato l’accordo di valorizzazione della viaFrancigenafirmato con il Ministero per i Beni Culturali il 18 dicembre 2008. Tappa fondamentale al raggiungimento di questo risultato è stata la creazione della Consulta degli Itinerari Storici, Culturali e Religiosi – organismo di indirizzo politico/strategico istituito con D.P.C.M. del 27 settembre 2007 – affiancata dal Comitato Scientifico – organismo di supporto tecnico. Ruolo chiave si è rivelato quello della Direzione per i Beni Librari, gli Istituti Culturali ed il Diritto d’Autore del MiBAC che, attraverso un lavoro di coordinamento tecnico e di regia complessiva, ha consentito di completare il quadro degli attori istituzionali coinvolti nel progetto di valorizzazione delle Vie Francigene, anche con l’inserimento di rappresentanti del mondo ecclesiastico.
2) Già nel dicembre 2004 a Wroclaw (Polonia) menzione di “grande Itinerario Europeo” mentre nel 9 febbraio 2007 arrivò la comunicazione ufficiale da Strasburgo con l’abilitazione a “réseau porteur de l’itinéraire ViaFrancigena”
3) G. Steiner, Una certa idea d’Europa, Garzanti, Milano 2006.
4) ricordiamo che di Blake esiste anche un dipinto I pellegrini di Canterbury, realizzato nel 1808. Raffigurante alcuni pellegrini in viaggio verso la Cattedrale di Canterbury. È conservato attualmente al Glasgow Museum.
5) H.- G. Gadamer, L’eredità dell’Europa, Einaudi, Torino 1991.
6) Europa. I suoi fondamenti spirituali ieri, oggi e domani. Lectio magistralis del Cardinal Ratzinger,Biblioteca del Senato, Roma 2004.
7) S. Bellow, Gerusalemme andata e ritorno, Garzanti, Milano 1987.
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