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Sono queste le parole di Stepàn Arkàd’ič Oblònskij, conosciuto nella società russa di fine Ottocento come Stiva e dal pubblico dei lettori come il fratello di Anna Karenina. Siamo nelle primissime pagine del capolavoro di Tolstoj, le vicende devono ancora dispiegarsi, eppure una protagonista dell’intera vicenda è già presente: la colpa.

Qui, la vicenda entro la quale si annida la questione morale è semplice: Stiva tradisce la moglie e viene scoperto. Meno semplici sono le ragioni che lo inducono a maturare un senso di colpa per quanto accaduto. Egli si dichiara al medesimo tempo colpevole e non colpevole, e non perché sia in preda ad un momento di follia, ma perché pone una distinzione tra le ragioni che possono giudicare l’azione.

Stiva si considera colpevole per le conseguenze che il tradimento ha determinato: la collera della moglie, i figli allo sbaraglio e la servitù che si divide tra litigi e licenziamenti.

Egli non si considera colpevole per il tradimento in sé: costumi libertini erano socialmente consentiti ad un uomo ed lui non aveva fatto altro che assecondare le proprie pulsioni. Piuttosto, egli «si pentiva di non averlo saputo tenere nascosto alla moglie».

Dietro l’apparente contraddizione di Stiva si cela la colpa dell’utilitarista che non è riuscito a conciliare la propria utilità – o piacere – con quella altrui. Stiva non è stato capace di prevedere tutte le conseguenze che il suo atto avrebbe determinato: il suo problema, come lo intende lui, è tutto qui.

Nella prospettiva di Stiva – che è, di fatto, quella dell’etica utilitarista – sarebbe stato sufficiente non essere scoperti per essere certi di aver compiuto un’azione giustificabile, se non addirittura giusta. Questa posizione interpella e smuove le nostre intuizioni morali e la definizione dei nostri giudizi. Lo stesso Tolstoj forse potrebbe pensarla come Stiva, così come tutti noi. Certo, i diversi volti della colpa sono magistralmente presentati dal grande autore russo. Non a caso, nel corso del romanzo, ad Oblònskij farà da contraltare Lèvin, e la colpa continuerà inarrestabile a mietere vittime e generare eroi.

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