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La decisione del governo talebano di escludere le donne dalle università in Afghanistan è rimbalzata sui mezzi di comunicazione di tutto il mondo. Lo sconforto derivante da un avvenimento così tragico richiede un’analisi del contesto afghano, partendo dal fatto che questo dramma era già stato preannunciato.

In seguito agli attentati negli Stati Uniti dell’11 settembre del 2001 e alla conseguente invasione del Paese che dava protezione a Osama Bin Laden, nel 2004 si sono tenute le prime elezioni presidenziali, con la vittoria di Hamid Karzai. Dieci anni dopo, nelle elezioni del 2014, fu Ashraf Ghani ad essere proclamato presidente, rimanendo in carica fino al rientro delle forze talebane a Kabul, il 15 agosto del 2021.

Se da un lato, appena insediatosi, il nuovo governo ha voluto presentarsi come favorevole alle ragioni dei cittadini, aprendo anche alle donne la possibilità di unirsi al loro governo, dall’altro ha incontrato la comprensibile diffidenza e opposizione della popolazione.

Dopo una serie di provvedimenti repressivi, con l’esclusione delle donne dagli studi superiori il governo talebano è definitivamente uscito allo scoperto.

Volgendo uno sguardo a numeri e statistiche, si può notare come questo ignobile provvedimento riveli uno scenario ancora più disastroso. Secondo il report dell’Unesco «Il diritto all’educazione: qual è la posta in gioco in Afghanistan?» che riporta dati fino al 2018, confermati anche da UNICEF e Save the Children, l’Afghanistan risulta uno dei Paesi con tassi di alfabetizzazione fra i più bassi al mondo. Circa il 57% della popolazione non sa né leggere, né scrivere. Di questa percentuale, le donne rappresentano l’80%. Tuttavia, dal 2001 al 2018, contestualmente ai governi presidenziali, si sono fatti notevoli passi avanti, con il passaggio da 1 a 10 milioni di studenti presenti nelle scuole. Adesso, il rischio di tornare indietro è concreto più che mai.

Già nel marzo 2022, il governo talebano aveva chiuso le scuole secondarie a poche ore dalla loro annunciata riapertura. Perché? L’istruzione è un’ancora di salvezza, un fatto fondamentale di libertà. Per le donne, in particolare, la privazione comporta un maggior pericolo di sfruttamento, di violenze e matrimoni precoci. Quest’ultimi, specificatamente, rappresentano un vero e proprio ostacolo all’educazione. In Afghanistan, ancora secondo dati Unesco, una ragazza su tre si sposa prima dei 18 anni, mentre una su cinque prima dei 15. In un Paese flagellato da problemi di ogni genere, ma che iniziava a presentare segni di rinascita, tale decisione determinerà addirittura degli orrori. Ad esserne colpita non è solo la popolazione afghana, bensì tutto il mondo, colpevole di essersi voltato dall’altra parte, fingendo di non vedere un dramma già annunciato.

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