«Non so scrivere in modo poetico: non sono un poeta. Non so distribuire le frasi con tanta arte da far loro gettare ombra e luce: non sono un pittore. Non so neppure esprimere i miei sentimenti e i miei pensieri con i gesti e con la pantomima: non sono un ballerino. Ma posso farlo con i suoni: sono un musicista».
Wolfgang Amadeus Mozart
Celebre virtuoso e geniale compositore, Mozart trascorse la vita cercando il giusto riconoscimento per il proprio talento. Difendendo la sua libertà creativa e pretendendo salari dignitosi, egli non rinunciò mai ad esprimere se stesso attraverso ciò che gli era più congeniale: la musica.
È ancora possibile assecondare le proprie inclinazioni e vivere della propria arte, quando il mondo appare anestetizzato alla bellezza? Sembriamo infatti insensibili a ciò che dovrebbe commuoverci, incapaci di riconoscere il valore estetico di un’opera d’arte e indirizzati a perseguire il profitto come unico scopo.
In un Paese nel quale si è detto che «di cultura non si mangia», c’è posto per l’arte?
Si può arginare, in questo senso, la degradazione dell’umanità? L’arte del nostro tempo è vera arte?
– citazione tratta da: lettera di Wolfgang Amadeus Mozart al padre Leopold, Mannheim, 8 Novembre 1777 –
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