Questa del titolo è una delle molte definizioni dell’ansia, fenomeno naturale molto comune, particolarmente diffuso nella popolazione femminile più che in quella maschile.
Il nostro è il tempo dell’ansia e coloro che ne hanno esperienza riferiscono di sentirsi «come se essi stessi o persone con le quali sono in rapporto si trovassero in una situazione drammatica di pericolo imminente, per di più completamente privi di ogni possibilità di evitarlo e di difendersi».
Le preoccupazioni dell’ansioso riguardano sempre il futuro, quello proprio e anche quello di familiari, amici, conoscenti.
Il futuro viene immaginato difficile, carico di problemi, di guai insomma, soprattutto in campo economico, di lavoro, di salute.
È quindi facile capire che l’ansia provoca una vera e propria condizione di malessere e sofferenza fisica (somatizzazione) in assenza di cause organiche, e potrebbe diventare cronica trasformandosi, anche in assenza di pericoli reali, in un disturbo psicologico.
I SINTOMI DELL’ANSIA
Il sintomo più comune, il campanello d’allarme dell’ansia è senza dubbio la attesa apprensiva di un evento o più eventi negativi, addirittura catastrofici, di qualunque tipo.
I sintomi somatici riguardano il corpo e sono veri e propri disturbi. I più comuni sono a carico del sistema cardiovascolare: aumento della pressione arteriosa, aumento e irregolarità del battito cardiaco, senso di oppressione e costrizione nella zona toracica.
Sono frequenti anche disturbi respiratori. Il più comune è la dispnea una sensazione angosciante di mancanza di aria.
Insorgono facilmente dolori muscolari che colpiscono il collo, le spalle e la schiena.
I sintomi psichici dell’ansia, oltre alla costante sensazione di allarme e preoccupazione, sono smania, apprensione, irrequietezza, agitazione, tutte condizioni abituali indotte dall’ansia.
Possono verificarsi anche cambiamenti dei comportamenti abituali, per esempio disturbi alimentari, a volte importanti, come la bulimia, ovvero la ossessiva ricerca e assunzione di cibo, oppure il suo contrario, la anoressia, cioè il quasi totale rifiuto dell’alimentazione.
Bulimia e anoressia sono due forme di disturbo che coesistono nella medesima persona sebbene con tempi e intensità differenti, provocando comunque gravi danni.
Gli ansiosi spesso soffrono di insonnia che si manifesta con difficoltà ad addormentarsi e difficoltà a svegliarsi. Sono comuni tic e movimenti stereotipati. I tic sono movimenti involontari rapidissimi e ripetuti che riguardano la muscolatura del viso.
I movimenti stereotipati sono anch’essi ripetitivi e soltanto apparentemente intenzionali, mentre invece si compiono senza averne il controllo volontario. Per esempio, mordersi le labbra, mangiarsi le unghie, scuotere il capo, dondolarsi, sbuffare ripetutamente, raschiarsi la gola con brevi colpi di tosse e tanti altri.
REAZIONE DI DIFESA E DA COSA NASCE L’ANSIA
Ogni nostra emozione genera sensazioni ma anche reazioni, risposte. Così contestualmente a dolorosi e drammatici disagi si va sviluppando una reazione di difesa che, in alcuni contesti, può diventare patologica poiché si autorinforza di continuo.
Ad esempio, se si viene colpiti da una qualsiasi malattia (l’ansia può provocare indebolimento del sistema immunitario) questa viene subito concepita come causa di insopportabili insofferenze e infine di morte per disgregazione e annientamento del proprio corpo e della propria mente. Le malattie, infatti, generano facilmente un importante stato di ansia.
Nel mondo ci sono moltissime persone ansiose, nervose, tese etc. e perciò nervosismo, eccitabilità, malumore e inquietudine sono comunissime espressioni di ansia. Ma dove e come nasce questa condizione?
L’ansia nasce al livello delle connessioni tra le cellule nervose (neuroni) della corteccia cerebrale, sede dei processi psichici nobili (pensiero, linguaggio, memoria) e le cellule nervose dell’ipotalamo, organo del sistema nervoso centrale delle dimensioni di una mandorla, fondamentale centro regolatore delle funzioni vegetative, cioè di quelle funzioni come il battito cardiaco, la sudorazione, la peristalsi intestinale e altre ancora, le quali sono fuori dal nostro controllo volontario.
Cosa succede tra queste due popolazioni di cellule nervose? Succede che, quando un’area della corteccia cerebrale si attiva e genera uno stimolo emozionale come una situazione di pericolo senza scampo, l’attivazione di quei neuroni si trasmette e coinvolge tutti gli organi e sistemi che sono sotto il controllo dell’ipotalamo, con il risultato di una alterazione generale delle diverse funzioni.
Le alterazioni dei sistemi vengono percepite dai nostri sensi come disturbi di diverse entità dei quali fanno parte soprattutto quelli che riguardano la memoria, la concentrazione e anche le capacità abituali di svolgere le occupazioni quotidiane sia in campo personale sia in campo lavorativo.
L’ansia si manifesta quando le paure, le preoccupazioni e le angosce non sono più controllate dalla corteccia cerebrale che, normalmente, tiene a bada i nostri impulsi primitivi, il nostro lato selvaggio.
Si viene a creare un circuito chiuso che si autopotenzia poiché i disturbi dell’ansia vengono percepiti consciamente dai sensi dell’ansioso e dalla periferia arrivano alla corteccia cerebrale dove lo stimolo emozionale inziale verrà potenziato e coinvolgerà le cellule dell’ipotalamo e anche gli organi sotto il suo controllo.
IL LATO POSITIVO DELL’ANSIA
Bisogna considerare l’ansia non una malattia ma uno stato d’animo, una emozione che entro certi limiti e in qualunque forma si manifesti, può anche essere utile poiché “movimenta” stati di attivazione di tutto l’organismo utili a reagire efficacemente contro un pericolo generico.
L’ansia è curabile. Gli stati di ansia – di qualunque tipologia siano – possono essere curati facendo ricorso ai farmaci ansiolitici. I più importanti ed efficaci sono le benzodiazepine che agiscono stimolando la produzione e l’efficacia del GABA (Acido Gamma Amino Butirrico) il più importante neurotrasmettitore inibitore nei confronti dell’eccitazione delle cellule nervose causata dai neurotrasmettitori eccitatori come ad esempio acetilcolina, dopamina, adrenalina.
Il GABA modula le risposte allo stress e all’ansia frenando l’eccitazione neuronale e ripristinando la normalità dei ritmi vitali.
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