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Il tragico annegamento di 27 persone migranti nella Manica il 24 novembre scorso ha generato una tempesta politica sia nel Regno Unito che in Francia. È stato il numero più devastante di morti nella Manica in molti anni, ed è considerato tanto più grave perché si ritiene che la maggior parte di essi siano stati curdi, in fuga dalla fame e dalla persecuzione in Iraq.

Secondo Nicolas Laroye, funzionario del controllo di frontiera a Calais, un numero schiacciante di barche, 50 al giorno, lasciano la costa. «Non possiamo mettere un agente di polizia dietro ogni duna», ha detto ad un giornalista.

Le organizzazioni mafiose dietro la tratta, a livello internazionale, utilizzano telefoni criptati e operano in modo molto simile alle reti terroristiche. Le autorità francesi affermano che il numero di barche è aumentato e che i trafficanti hanno affinato i loro metodi. La guardia costiera francese stima che 10.000 migranti abbiano cercato di attraversare la Manica nel 2020, mentre quest’anno la cifra è triplicata.

Nel frattempo, la condizione delle persone ammassate nella foresta di confine tra Polonia e Bielorussia rimane uno scenario di disperazione, con i bambini e i loro genitori che hanno pagato il “privilegio” di essere lì, affamati e morti di freddo. Inoltre, non è stato stabilito con precisione chi sia responsabile di averli guidati in quei luoghi.

Per alcuni osservatori britannici, la colpa per le morti della Manica è stata (egoisticamente) attribuita ai contrabbandieri piuttosto che ai governi inetti che non sono riusciti a intraprendere azioni appropriate.

Ma quali azioni sono appropriate? Tra i tentativi già fatti, la Francia, ad esempio, ha messo a disposizione dell’Egitto dei droni che dovrebbero sganciare nel deserto piccole bombe sui trafficanti. Pochi giorni fa, uno di questi droni francesi ha ucciso tre operai che riparavano una strada.

Secondo il «Times», con l’obiettivo di aiutare i francesi a frenare l’attraversamento della Manica, ad un costo di oltre 33 milioni di euro le forze armate britanniche hanno fornito kit militari contenenti apparecchiature per immagini termiche, binocoli avanzati e tecnologia radar per localizzare le piccole imbarcazioni che tentano la traversata.

Nel suo sforzo di scoraggiare i potenziali migranti, negli ultimi dieci anni l’Australia ha speso 15 milioni di dollari in una campagna propagandistica con illustrazioni che mostrano spaventosi mari in tempesta.

Per questo, il Paese fu lodato, poco dopo l’inizio di quella campagna, nientemeno che dall’allora presidente Donald Trump. La Norvegia ha acquistato annunci su facebook in Afghanistan, Etiopia ed Eritrea nella speranza di scoraggiare i giovani di quei Paesi a muoversi. Il Canada ha versato capitali per realizzare e affiggere cartelloni pubblicitari in Ungheria che intimano di sopire idee migratorie. La Germania ha fatto affiggere manifesti sugli autobus a Kabul (gli autobus sono ancora in funzione?). Gli Stati Uniti stanno espandendo il muro che dovrebbe bloccare i migranti che arrivano attraverso il Messico. Questi investimenti funzionano? Ovviamente non proprio.

E in Italia? Questo novembre gli arrivi via mare sono stati 59.000, quasi il doppio dei 32.000 del novembre 2020. Nel frattempo, i trafficanti cercano e trovano nuove rotte. In un importante articolo diffuso in tutto il mondo dall’«Associated Press» il 22 novembre, Trisha Thomas ha riferito che molti dei migranti che arrivano in Italia attraverso la Turchia evitano la Sicilia e le sue isole per una nuova rotta, sbarcando su una sponda calabrese. Lì gli sbarchi hanno portato quasi 10.000 arrivi nel novembre del 2021, rispetto ai 2.500 del novembre precedente.

Questi nuovi arrivi in Calabria hanno incluso afghani, iracheni, iraniani e curdi, con molti bambini. Intervistando una famiglia in arrivo da Kabul sulla costa calabrese, Thomas ha appreso che ai trafficanti erano stati pagati 8.500 euro per ogni adulto e 4.000 euro per ogni bambino. La famiglia intervistata ha affermato che i contrabbandieri avevano fornito acqua a sufficienza per i primi cinque giorni, ma poi l’acqua è finita e queste persone sono state costrette a bere acqua di mare.

«Quando la barca a vela si è avvicinata alla riva, i passeggeri sono saliti sul ponte solo per vedere i due contrabbandieri che avevano capitanato l’imbarcazione, entrambi con passamontagna, fuggire su una barca nera», ha riferito «Associated Press».

Secondo Vittorio Zito, sindaco di Roccella Jonica, un piccolo paese della costa calabrese diventato una delle mete preferite dei contrabbandieri, i trafficanti stipano le persone in barche a vela. In un solo giorno dell’estate scorsa vi sono arrivati ​​550 migranti, tra cui circa 100 minorenni egiziani. Una di queste piccole barche batteva bandiera americana. Diversi contrabbandieri ucraini sono stati arrestati. Inoltre, il procuratore capo di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, ha dichiarato all’«Associated Press» che è in corso un’indagine sul coinvolgimento di clan della ‘ndrangheta.

Quando si aprirà un dibattito pubblico serio e sistematico sul sistema mafioso che governa la tratta di esseri umani?

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