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Quando pensiamo al web, subito immaginiamo un “non luogo” della libertà: “on line”, infatti, ognuno di noi si sente libero di esprimere le proprie idee e opinioni, di pensare, di sognare e condividere i propri sogni, di incontrare – virtualmente – chiunque, senza limiti di spazio e di tempo; è possibile, anche, inventarsi, o reiventarsi, quotidianamente, una propria identità e personalità, o fare acquisti in qualunque momento della giornata.

Le ultime rilevazioni ISTAT relative all’uso di internet in Italia attestano un accesso frequente al web, ai social network e ai “giochi on line”, già a partire dalla fascia di età 6 – 11 anni, con percentuali rilevanti nella fascia di età 15 – 24 anni. I dati appena citati assumono particolare rilievo se valutati insieme con i dati relativi all’uso di sostanze stupefacenti, con particolare riferimento alla fascia di età di “primo uso”. 

Nella “Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia 2021”, pubblicata recentemente, si riporta che “…dalla rilevazione condotta nel 2020, è emerso che il 26% degli studenti italiani, di età compresa fra 15 e 19 anni, ha utilizzato almeno una sostanza illegale (oppiacei, cocaina, stimolanti, allucinogeni o cannabis) nel corso della propria vita. In particolare, sono soprattutto gli studenti di genere maschile a utilizzarle (M=28%; F=24%). Il 19% degli studenti ha utilizzato almeno una sostanza illegale nel corso dell’ultimo anno (M=21%; F=16%); tra questi, il 91% ha assunto una sola sostanza illegale mentre i restanti hanno assunto due (5,3%) o almeno tre (4,0%) sostanze”

Nella stessa relazione si legge, inoltre, che “…nell’anno 2020, su un totale complessivo di 19.019 soggetti in carico ai Servizi Sociali Minorili, quelli con imputazioni di reato per violazione delle disposizioni in materia di sostanze stupefacenti sono stati 3.622 (19%); un quarto dei quali (n. 930) è stato preso in carico per la prima volta”.

Non si intende qui caratterizzare il web come luogo di perdizione per i giovani, ma evidenziare semplicemente alcuni dati che assumeranno una connotazione differente al termine del presente articolo.

Nel web sono sempre più operative nuove “piazze di spaccio”. La novità non deriva soltanto dalla presenza di “spacciatori on line”, attivi giorno e notte, ma soprattutto dalle seguenti specificità che caratterizzano i nuovi luoghi di spaccio in internet, costituendo un alto rischio in particolare per i giovani:

  1. ognuno di noi ha, potenzialmente, uno “spacciatore in tasca”, circostanza che annulla la distanza tra venditore e acquirente, abbattendo tutte le barriere psicologiche, nonché i possibili “freni inibitori preventivi”, come, ad esempio il semplice, ma talvolta efficace, timore di frequentare, o essere visti frequentare, luoghi in cui sono notoriamente presenti spacciatori. L’assenza di tali “barriere”, così come anche l’assenza di contatto personale e diretto tra venditore e acquirente, ha certamente reso più agevole il primo accesso alla sostanza stupefacente.
  2. Si è invertito l’approccio “spacciatore – acquirente”: un tempo l’acquirente andava alla ricerca dello spacciatore, oggi è lo spacciatore a selezionare il proprio potenziale acquirente attraverso un’attività di “profiling on line”. Il venditore di sostanze stupefacenti, infatti, è presente “on line” nei social network, nei forum di discussione, nelle chat dei “virtual game” e, al termine di un attento studio dei profili degli utenti, inizia ad interagire con loro, carpendo la loro fiducia e proponendo di provare sostanze stupefacenti, in particolare le nuove e pericolose sostanze psicoattive di origine sintetica, insinuando la non pericolosità e l’assenza di rischi di dipendenza. 
  3. Le nuove sostanze stupefacenti vendute “on line” sono innumerevoli e, talvolta, difficilmente controllabili. I metodi tradizionali di produzione, traffico internazionale e spaccio di sostanze stupefacenti sono ormai affiancati da un sistema di laboratori clandestini dislocati in tutti i Continenti, talvolta anche gestiti da organizzazioni criminali transnazionali, presso i quali operano “chemical designer”, dei progettatori di molecole altamente specializzati nella creazione di sempre nuove molecole di sostanze con effetto psicoattivo. Vengono così prodotte non solo innumerevoli sostanze chimiche altamente tossiche e con effetti psicoattivi fortemente impattanti, vendute “on line” direttamente agli acquirenti e spedite a domicilio in tutto il mondo tramite i normali servizi postali o corrieri espresso, ma tali sostanze, per loro novità di sintesi, talvolta riescono ad aggirare anche i controlli degli Stati. Inoltre tali laboratori consentono la creazione di sostanze “ad hoc”, richieste – su ordinazione – dagli “spacciatori on line” sulla base delle attività di profiling da loro fatta nei social, consentendo così la produzione di sostanze stupefacenti in grado di soddisfare le caratteristiche/esigenze dell’acquirente o del potenziale acquirente.
  4. “On line” vengono date istruzioni su come produrre sostanze psicoattive utilizzando “ingredienti” disponibili in casa. Sono molti i siti e i forum di discussione presenti nel web che forniscono indicazioni dettagliate su come produrre sostanze stupefacenti in modo artigianale, semplicemente mescolando prodotti e sostanze presenti in casa, come, ad esempio, farmaci, detergenti per la pulizia della casa, bevande alcooliche, collutori. Tali siti oltre a fornire indicazioni estremamente pericolose per la salute, avviano sulla strada della illegalità numerosi giovani che, improvvisandosi produttori di sostanze stupefacenti, rivendono ai propri coetanei sostanze talvolta anche letali.

Rileggendo, dunque, i dati citati in apertura alla luce delle sopra menzionate specificità che caratterizzano le nuove “piazze di spaccio” operative “on line”, appare evidente come le persone maggiormente vulnerabili ed esposte a rischio siano proprio i giovani rientranti nella fascia di età 15 – 24 anni, giovani che, andando alla ricerca della libertà sul web, talvolta si imbattono in situazioni di grande pericolo.

Per tutelare i nostri ragazzi sono necessari continui “avvisi ai naviganti”, mettendo in rete le Istituzioni, le famiglie e la scuola per attivare una continua azione preventiva in grado di far conoscere e comprendere ai giovani che la vera libertà può essere cercata e conquistata solo restando sempre se stessi, evitando così le tante e pericolose “libertà drogate”.

*l’autore è Ufficiale Superiore dell’Arma dei Carabinieri, esperto in nuove sostanze psicoattive vendute “on line” e in politiche antidroga.

© Sintesi Dialettica – riproduzione riservata

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