Da martedì 11 marzo 2025 è legge la riforma del sistema di accesso ai corsi di laurea magistrale in Medicina e Chirurgia delle università statali.
La riforma, voluta da Anna Maria Bernini, ministra dell’Università e della Ricerca, potrebbe rappresentare un radicale mutamento per le facoltà le quali, come è stato valutato, in soli sette anni potranno formare 30 mila medici in più, rispondendo così alle necessità attuali.
Si è calcolato che per l’anno accademico 2024-2025 i posti per Medicina negli atenei statali sono poco meno di 21 mila. I giovani aspiranti medici potranno iscriversi alla facoltà grazie all’accesso libero, un semestre iniziale gratuito, aperto a tutti, durante il quale verranno seguiti i corsi di materie propedeutiche (Anatomia, Fisica, Biologia), che avranno inizio molto probabilmente a gennaio, per terminare a settembre.
Fino ad oggi, l’accesso alla facoltà di Medicina prevedeva il superamento di un test a risposte multiple.
Bisognava rispondere a tutte le domande che negli anni molto spesso sono state giudicate non idonee e spesso anche oggetto di ricorsi al TAR.
Con la riforma, questa modalità scomparirà poiché verrà sostituita da un metodo differente che prevede, al termine del primo semestre di corsi, un test scritto formato da quiz a risposta multipla sulle tre materie propedeutiche, ossia Anatomia, Fisica, Biologia.
È molto probabile che la selezione degli studenti dipenda dai risultati ottenuti da ciascuno agli esami oppure dal punteggio ottenuto ad un test nazionale.
Alla conclusione del primo semestre, coloro che avranno superato gli esami scritti entreranno a far parte di una graduatoria a numero chiuso o, meglio, programmato, (concordato con le Regioni per le loro necessità) che consentirà loro di accedere al secondo anno della facoltà.
Questa riforma prevede inoltre che la sede di ammissione alla facoltà di Medicina verrà selezionata in relazione alla graduatoria nazionale degli studenti, ma anche dal voto ottenuto agli esami sulle materie propedeutiche del primo semestre. Così maggiori saranno i voti, maggiore sarà la probabilità di iscriversi al secondo anno.
Si è calcolato che gli studenti che potranno continuare gli studi avendo superato gli esami del I semestre saranno poco più di 21 mila. Gli studenti fuori da questo numero potranno cambiare facoltà nello stesso ateneo pur restando in area biomedica scegliendo tra: Biologia, Biotecnologia, Scienze motorie.
Gli studenti che, sebbene abbiano superato gli esami previsti alla conclusione del I semestre, resteranno fuori dalla graduatoria, potranno rifare alcuni esami nell’anno accademico successivo.
La facoltà di Medicina manterrà ancora la durata di 6 anni durante i quali bisognerà superare gli esami di circa 36 materie.
Ad ogni modo si attendono particolari più chiari.
In sostanza, la riforma non abolirà il numero programmato che però verrà spostato dal periodo anteriore all’accesso alla facoltà di Medicina e Chirurgia al termine del primo semestre dell’Anno Accademico.
La sede dell’ammissione alla facoltà di Medicina verrà selezionata in relazione alla graduatoria nazionale, ai posti messi a disposizione dalle facoltà e, per ultima ma non ultima, a seconda della preferenza degli studenti.
È chiaro che per proseguire gli studi sia necessario ottenere un punteggio utile ad entrare nella graduatoria nazionale unica sulla base dei voti ottenuti agli esami del I semestre.
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