Ultimamente sono stati riconosciuti e segnalati dai medici, come è obbligatorio per legge, casi di scabbia in diversi istituti scolastici.

Gli alunni infestati sono stati isolati e hanno dovuto interrompere la frequenza scolastica per iniziare la terapia.

La scabbia (dal latino scabere, cioè grattarsi) è una infestazione altamente contagiosa sia per contatto diretto con l’infettato ma anche condividendo oggetti contaminati, abiti, lenzuoli, asciugamani etc.

La scabbia è causata da un acaro (dal greco akarì, cioè cortissimo), parassita di dimensioni microscopiche: il SARKOPTES SCABIEI.

Gli acari di questa famiglia non pungono né mordono, vivono sulla pelle umana nutrendosi di sebo, forfora, peli e detriti di pelle. Le femmine dei sarkoptes scavano al disotto dello strato corneo superficiale della pelle dei veri e propri cunicoli, gallerie dove vivono e depongono le uova.

Le larve raggiungono la maturità in due settimane ed emergono sulla superficie della pelle, si accoppiano e così ricomincia l’invasione con la deposizione delle uova nelle gallerie cutanee del loro ospite e/o di altre persone.

Il trasferimento degli acari da una persona ad altre persone è facilitato dall’affollamento, dalla promiscuità sessuale e dalla condivisione di biancheria personale (abiti, lenzuoli, asciugamani etc.).

Le aeree cutanee degli esseri umani che il Sarkoptes scabiei preferisce infestare sono gli inguini, le ascelle, la pelle tra le dita delle mani e dei piedi, le pliche sottomammarie, la pelle del viso, del capo e del collo.

La scabbia ha origini lontane ed è stata sempre messa in relazione con situazioni di scarsa igiene sia personale sia ambientale, mentre in realtà può essere trasmessa facilmente anche da persone pulite in un buono stato di salute. Infatti, sono sufficienti pochi acari che in poco tempo diventeranno, replicandosi, numerosi ed invasivi.

Le epidemie si verificano maggiormente nelle comunità, ad esempio scuole, carceri, ospedali. Le infestazioni, tuttavia, si possono prevenire evitando rigorosamente i contatti con persone infette e condivisioni di biancheria e oggetti.

Il sintomo principale della scabbia è un forte prurito nelle zone delle lesioni dove, guardando con attenzione, si possono notare linee brevi e sottili di colore scuro che sono le gallerie dove gli acari vivono e dove le femmine depositano le uova.

Il prurito è causato da una reazione di ipersensibilità agli escrementi che gli acari della scabbia depongono nelle gallerie dove vivono.

Di solito il prurito peggiora di notte e la reazione degli infettati è il “grattamento” che spesso è così energico e violento da distruggere le gallerie liberando così gli acari e provocando su sé medesimi ferite e lesioni.

La scabbia è una infestazione che non guarisce spontaneamente e pertanto va trattata. Per far fronte al prurito è utile fare ricorso a farmaci antistaminici e a corticosteroidi. Le ferite e le lesioni vanno trattate con gli antibiotici.

Per debellare i Sarcoptes scabiei, il farmaco di prima scelta è la PERMETRINA, una sostanza scabbicida sintetica da applicare su tutto il corpo.

La permetrina è un farmaco galenico, pertanto può essere preparata dal farmacista in crema o spray così da essere applicata facilmente su tutto il corpo dell’infetto. Inoltre, essendo dotata di elevata tollerabilità, entra nel circolo sanguigno entro 48 ore dopo l’applicazione e agisce sul sistema nervoso degli acari bloccando l’apertura dei canali del sodio delle membrane delle cellule nervose così da causare la paralisi e rapidamente la morte dei parassiti.

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