Partendo dall’opinione di un noto giurista, secondo il quale «tutto sommato, la democrazia anche da noi gode di buona salute», Gherardo Colombo e Gustavo Zagrebelsky – contestando tale assunto – intrecciano un fitto dialogo, ricco di esempi e coltissime citazioni, nel quale emerge su tutto la riflessione sulla corruzione.
Dopo aver ragionato sulla degenerazione morale come alterazione degli individui, il dialogo tra l’ex magistrato e il professore continua, con anche diversità interpretative, analizzando proprio i concetti di mafia, illegalità e, appunto, corruzione: «rete che inizia in un rapporto a due e poi progressivamente si estende per irretire chi, all’inizio, non avrebbe immaginato di caderci dentro». Di fatto, un fenomeno che «si diffonde, allargandosi come una metastasi, e si alimenta dell’insaziabilità caratteristica dell’essere umano». In breve: possiamo marginalizzare la corruzione, mai estirparla. Come afferma Colombo: «quando in un Paese la cultura è quella, c’è il rischio che ne siano coinvolte, magari senza esserne consapevoli, anche parte della magistratura e la stampa».
Gli autori analizzano la corruzione non limitandosi alla pratica del “legno storto” in se stessa, ma intendendola come sistema, in particolare di potere. In questo senso, «l’unica strada per affrontarlo positivamente sta nell’influire sulla cultura». Strada, questa, da affrontare con molto realismo.
Zagrebelsky, che diffida degli atteggiamenti moralisti, afferma, citando Noam Chomsky, che «non ci si deve scandalizzare della corruzione. Il potere porta con sé sempre e comunque un certo tasso di corruzione. Chi pensa alla pulizia assoluta corre il rischio dell’integrismo, un rischio per la libera vita politica». Gli strumenti per marginalizzare la corruzione li elenca Colombo: «giustizia sociale; educazione a una cultura diversa; coerenza, impegno e partecipazione».
Occorre tenere vivi questi argomenti, spogliandoli del moralismo, dell’opportunismo, dell’ipocrisia, e organizzandovi intorno una politica, anche culturale. Speriamo che anche questa pregevole analisi non cada nel vuoto, o peggio, nella consolidata retorica del dibattito nostrano.
G. Zagrebelsky, G. Colombo, Il legno storto della giustizia, Garzanti, Milano 2022, pp. 176, € 12.
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