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I lupi abbaiano, ringhiano, guaiscono, ma è l’ululato il loro verso tipico, un urlo prolungato e lamentoso costituito da una sola nota, emesso generalmente di notte e quando sono in branco.

Si è scoperto da tempo che l’ululato ha diverse funzioni, per esempio avvertire il branco di un pericolo chiamando a raccolta tutti i membri del branco stesso, composto generalmente da 2 a 7 animali.

Nel Nord America, i branchi di lupi possono raggiungere il numero di 15 componenti, e in Alaska è stato segnalato un branco composto da 39 esemplari.

In ogni branco ci sono di solito due animali riproduttori, i loro cuccioli nati nell’anno in corso e altri lupi che hanno un ruolo secondario. La gestazione di una lupa ha una durata di poco più di due mesi. In Italia, il parto avviene tra la fine di aprile e gli inizi di maggio con un numero di cuccioli che varia da 1 a 11. In branchi molto numerosi le cucciolate possono essere anche due ogni anno.

Circa due settimane prima del parto, le madri occupano tane scavate ed abitate da altri animali, soprattutto da volpi o tassi, situate in luoghi riparati e ben drenati, che offrano una buona visuale della zona circostante. Altrimenti, esse scavano una nuova tana.

I piccoli nascono nella tana, pesano generalmente intorno a 500 g, non sentono e non vedono. Intorno alle 6-7 settimane di età mangiano cibo solido e/o rigurgitato dagli adulti. A 8-10 settimane lasciano la tana e, raggiungendo la maturità, a 6-7 mesi iniziano a procurarsi il cibo da soli e ad evitare i pericoli.

In natura, i lupi vivono mediamente una decina di anni mentre in cattività arrivano anche a 17 anni. Non hanno predatori se non gli esseri umani, che di solito non sono attaccati da questi animali.

Il lupo europeo, infatti, va a caccia di prede animali: le più comuni sono cervi, caprioli, cinghiali, a volte topi.

È un predatore forte e molto intelligente, ma anche molto diffidente. Nel caso si dovesse incontrare, bisogna soltanto far rumore e si allontanerà senza aggredire. I lupi temono gli esseri umani più di quanto noi erroneamente temiamo loro.

È utile e necessario diffondere le conoscenze di base su questi animali per promuovere e accettare il loro ritorno nelle aree da dove la loro specie è stata scacciata. Essi, infatti, svolgono un ruolo di primaria e essenziale rilevanza nella catena alimentare, per un corretto equilibrio delle specie e della flora selvatica.

“Viva il lupo” è il progetto di educazione ambientale del WWF (oggi Fondo di Estensione Mondiale per la Natura), la più grande organizzazione mondiale per la protezione e la conservazione della natura e delle biodiversità.

Ogni anno, in Italia, da 300 a 900 lupi vengono uccisi con colpi di fucile o per avvelenamento dai bracconieri. Bisogna, inoltre, contrastare l’uso di veleni e di trappole con i quali gli allevatori reagiscono agli attacchi del loro bestiame.

Le più gravi minacce per la sopravvivenza di questi animali sono attualmente, oltre al bracconaggio, gli incidenti stradali in zone extraurbane o l’eccessivo avvicinamento dei lupi alle aree urbane.

Il lupo è una specie a rischio ed in via di estinzione. Piuttosto comuni sono gli incontri tra lupi e cani randagi, ma a causa degli incroci con riproduzione, si rischia di dissipare il patrimonio genetico del lupo sviluppato in milioni di anni.  In Italia, attualmente, è in corso un importante ripopolamento grazie all’incontro tra lupi italiani e lupi di Croazia e Slovenia, con il risultato di generazioni di grandezza maggiore di quella dei lupi italici.

© Sintesi Dialettica – riproduzione riservata

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