La domanda è tutt’altro che banale se pensiamo che ancora oggi tale locuzione viene utilizzata nelle sue diverse declinazioni, talvolta volgari, o nella predilezione di un’aggettivazione maschile per enfatizzare l’idea di una donna forte e coraggiosa, sicura e risoluta. Eppure, l’espressione è etimologicamente un ossimoro e concettualmente un problema. Pensiamo di poter far chiarezza sulla questione attraverso la figura di Giuditta, che nella tradizione occidentale incarna tutte le virtù positive sopra menzionate, nonché gli stereotipi negativi in cui possono degenerare quando attribuite ad una donna.
Ma chi è Giuditta?
La sua storia è molto antica. Contenuta nell’omonimo testo biblico, narra di una vedova ebrea che per salvare il proprio popolo dalla conquista del generale Oloferne, entra nel suo accampamento fingendosi una spia e lo decapita approfittando del desiderio del generale di unirsi a lei.
La pia eroina biblica ha catturato l’attenzione di molti artisti nel corso dei secoli, e tra le rappresentazioni più note vi è quella di Gustav Klimt del 1901, che spicca per l’enfasi che pone sulla sensualità e l’erotismo.
Giuditta ha gli occhi socchiusi, la testa appena inclinata e il seno semiscoperto. Del rosso del sangue non vi è spazio nella tela, in cui trionfa piuttosto l’oro dei gioielli e degli abiti, e di Oloferne resta un accenno in basso a destra, nel dipinto.
Possiamo servirci del quadro di Klimt per riflettere su come le virtù necessarie all’auto-affermazione sociale possano diventare, nel caso della donna, vizi: voluttà, peccaminosità, bramosia. Questo è un classico esempio di stereotipizzazione di genere, cioè di come vengano applicate idee preconcette in base al genere, in questo caso specifico di come una donna possa emanciparsi solo attraverso il ruolo di femme fatale.
Il problema non è in Klimt, ma nel continuare a utilizzare un linguaggio viziato da tali stereotipi.
Riguardo al nostro esempio, ricorrere a concetti di ‘virilità’ per descrivere la forza di una donna, servirebbe a impedirne la connotazione immorale che altrimenti vi sarebbe legata. Si badi bene, ciò non colpisce solo le donne ma l’intera società, che perpetuando i pregiudizi diventa monolitica. Del resto, la storia di Giuditta rivela che vi siano esempi di donne eroiche e le numerose rappresentazioni pittoriche ad essa ispirate indicano come non sia mai sufficiente accontentarsi di una sola visione.
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