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La dispersione scolastica è la «mancata, incompleta o irregolare fruizione dei servizi dell’istruzione e formazione da parte dei giovani in età scolare» e ciò comporta la separazione da un luogo di ‘protezione’.

La dispersione avviene in diversi stadi del percorso scolastico e consiste nell’abbandono precoce del sistema formativo, nell’assenteismo, nella frequenza passiva o nell’accumulo di lacune e ritardi.

L’età più colpita è tra i 14 e i 15 anni, soprattutto delle regioni dove persistono sacche di lavoro minorile. In particolare, risulta che la Sicilia sia la regione con il tasso di dispersione scolastica più alto d’Italia tra gli alunni della scuola secondaria di I grado, mentre per quanto riguarda la secondaria di II grado, i tassi di abbandono sono superiori al 5% in Sardegna e tra il 4 e il 5% in Sicilia e Campania. Tali dati sono stati presentati dal Garante per i diritti dell’infanzia in una relazione datata giugno 2022.

Inscindibile appare il legame tra le difficoltà scolastiche e le condizioni socioeconomiche del contesto familiare dove il ragazzo cresce. Innegabile è la correlazione tra la povertà economica e educativa e un significativo calo del rendimento scolastico.

Situazioni di correlata capacità sociali, cognitive, emotive delle persone di minore età e situazioni di disoccupazione, precarietà economica e lavorativa, povertà materiale ed educativa incidono sulla vulnerabilità del minore.

L’esame condotto ha consentito di esaminare anche il fenomeno della “dispersione implicita”, ossia di chi, pur conseguendo il titolo, e magari iscrivendosi al grado di istruzione successivo, non ottiene i risultati minimi richiesti per accertare le competenze considerate di base dalle prove INVALSI che mirano a fornire una valutazione uniforme sul territorio, posto che i voti e la promozione sono il frutto di valutazioni collegiali o di singoli insegnanti da contestualizzare.

Il serio problema della dispersione scolastica è un complesso multi-causale che coinvolge diverse dimensioni della vita sociale della persona minorenne ma anche della comunità in cui questi vive: vi è il coinvolgimento della prima infanzia fino alla formazione professionale, nonché delle politiche sociali, di quelle abitative e del lavoro. La riuscita scolastica è da intendersi alla stregua di azione di giustizia sociale e richiede una strategia di occupazione e crescita. In particolare, per raggiungere gli obiettivi dello sviluppo sostenibile indicati dall’ONU e rendere esigibili i diritti ad essi connessi non basta fare entrare i bambini e gli adolescenti a scuola: la riuscita scolastica è un processo e non un esito e riguarda la crescita umana complessiva.

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