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Le dimensioni che il fenomeno della falsificazione ha raggiunto nel corso degli ultimi anni sono davvero strabilianti. Nessun settore delle attività produttive, artistiche, culturali e finanche scientifiche si può dire al riparo dalle insidie di falsari sempre più aggressivi e dotati di strumentazioni e di conoscenze tecniche spesso di elevatissimo livello.

Il fenomeno coinvolge i falsi nell’arte, i falsi reperti archeologici, ma, sempre di più, l’abbigliamento, l’orologeria, i prodotti industriali, tecnologici e farmaceutici, che possono anche uccidere. Non minore rilevanza hanno le notizie false spacciate per vere, che sono un pericolo non soltanto per l’individuo, ma anche per la democrazia.

Nell’Università di Salerno, sin dal 1985, hanno avuto luogo una serie di iniziative finalizzate ad approfondire le tematiche della falsificazione e a sensibilizzare istituzioni e pubblica opinione sulla crescente attività dei contraffattori. Tra queste:

– il seminario di studio organizzato dalla cattedra di Sociologia industriale, il 27 maggio 1985, Falsi e imitazioni di multipli: l’industria della contraffazione, a cui ha preso parte, accanto a vari docenti dell’ateneo, anche l’allora presidente del Comitato per la Lotta alla Contraffazione (COLC) Roberto Gucci;

– la tavola rotonda, del 14 ottobre 1986 (accompagnata da un’esposizione di falsi dipinti aperta al pubblico), sempre curata dalla cattedra di Sociologia industriale d’intesa con l’Opera universitaria, intitolata L’arte del falso ed il falso dell’arte, a cui hanno partecipato, tra gli altri, i professori Gillo Dorfles ed Aldo Trione, e l’artista Enrico Baj;

– la tavola rotonda, curata ancora dalla cattedra di Sociologia industriale, con il sostegno dell’Opera universitaria, Fabbricare l’antico: il fascino dei falsi archeologici, tenutasi il 20 gennaio 1988 (anch’essa accompagnata da una esposizione di falsi reperti archeologici), alla quale hanno partecipato, tra gli altri, il comandante del Nucleo per la tutela del patrimonio artistico, colonnello Emidio Napolitano e l’amministratore delegato di Sotheby’s Italia, Bruno Muheim.

Nel 1988, poi, è stato costituito il Centro Studi sul Falso, una struttura attraverso la quale alcuni docenti e ricercatori dell’ateneo (sociologi, antropologi, psicologi, archeologi, storici dell’arte, giuristi, merceologi, studiosi di letteratura) appartenenti ad aree scientifiche diverse tra loro, hanno intrapreso insieme una riflessione sul fenomeno della falsificazione, scambiandosi esperienze, sollecitazioni, acquisizioni, anche nel tentativo di raccogliere documentazioni e conoscenze presenti nei rispettivi ambiti disciplinari.

Il risultato è stato la creazione del Museo del Falso, struttura espositiva, sorta inizialmente come una forma di associazione tra l’Università ed altri enti locali, che ha costituito un’articolazione del Centro Studi sul Falso, con sede nell’Ateneo. 

Per evitare che un museo per il falso possa tramutarsi in una sorta di fiera degli oggetti falsificati,  il Museo del Falso è stato concepito come un museo “per i concetti” più che “per gli oggetti”, ed è stato inaugurato il 23 febbraio 1988.

Il Museo era situato in una grande Sala di circa 250 mq, ubicata in uno dei fabbricati del campus. Qualche esempio:

  • FALSO PULITO. L’industria della contraffazione dei detersivi in Campania (11 febbraio – 30 maggio 1991);
  • EDIZIONI TAROCCO, Libri falsi e piratati (23 maggio 2003 – 1 febbraio 2004);
  • PSEUDOTECNÍA, LA MUSA INQUINANTE. Falsi artistici ed archeologici, (20 novembre 2004);
  • LAUREA OFFRESI. FALSI CON LODE. Alcuni esempi che evidenziano la crisi dell’Università italiana (18 dicembre 2006 – 10 gennaio 2007, il più recente).

Nel 2007 sono stati iniziati una serie di lavori edili nell’università per apportare modifiche a uffici e aule, compresa quella nella quale si svolgevano le esposizioni del Museo del Falso che, conseguentemente, ha sospeso le sue attività.

Nel frattempo, nell’edificio in cui hanno sede l’aula magna ed il teatro dell’università, è stata allestita una nuova sala destinata ad ospitare il Museo. Purtroppo, però, sino ad ora non sono state completate tutte le procedure burocratiche ed amministrative necessarie per la riapertura della struttura espositiva.

Quest’articolo è il risultato di una serie di interviste con Salvatore Casillo, già professore dell’Università di Salerno e fondatore e direttore del Museo del Falso oltre che direttore del Centro Studi del Falso, fondato nel 1988 e chiuso nel 2005.

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